<Lo sangue mio, il sangue mio, gridai,
ha le piaghe, e, per esso vane le stelle…..>

FRAMMENTO LIRICO

 

 E’ l’industrioso libricino d’esordio “Frammento lirico”, realizzato negli anni dell’adolescenza. E’ del 1963.  L’opera è interamente frutto del giovanissimo Clemente Di Leo che tira fuori i soldi per la stampa e che, per creare interesse intorno alla raccolta e a se stesso, inventa “un complesso artificio di pseudonimi”… E cioè che Clemente Di Leo è l’editore che ha raccolto i componimenti di un suo amico straniero, Massimo Rocovic, che è morto suicida. <Il quindicenne Rocovic –  spiega in una nota – compose questi versi frammentariamente, cioè senza ordine o trama, obbedendo al libero istinto e alla fantasia che lo addussero in un mondo per noi isolato, remotissimo>.
  Di Leo scrive anche la prefazione del testo, spacciandosi per il commentatore Leo Fosco, che attacca: <La Poesia è la Grazia del Creatore, l’altezza somma del creato, che soltanto un uomo divino, il Poeta, che la sente e canta, può intuire. Di tutta l’umanità Omero, Eschilo, Virgilio, Dante, Petrarca, Shakespeare, Corbeille, Camoes, Goethe, Alfieri, Foscolo e Leopardi sono Poeti, uomini divini; e se nella storia della letteratura figurano altri nomi con simili attribuiti, questi pur se raggiungono una certa commozione e sincerità restano sempre poeti di mezzo o letterati affatto. La Poesia, nel vero della parola, è eterna: pur quando col Sole si spegnerà la Vita, infinitamente bella e misteriosa governerà sul nulla; la Poesia è unica: difatti nessun Poeta è inferiore all’altro.
 Dunque, Poeta si nasce, la Poesia è una e di Dio.
No, vigliacchi, vi prego, non sciupate questo nome divino>.
  In copertina il c’è viso incantato dell’autore-ragazzino che si definisce “nuovo vero poeta” d’Italia.